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Armageddon Genesi- Eversin

Artista: Eversin

Album: Armageddon Genesi

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Oggi con estrema curiosità mi sono avvicinata all’ascolto accurato di quest’ultimo album dei magnifici Eversin. Ho sempre ascoltato brani e cover, eseguiti da loro, in modo superficiale e mi sono piaciuti, ma ascoltandoli in modo accurato hanno catturato ancora di più la mia attenzione.

Il loro stile è prettamente thrash metal, e pur etichettandosi in questo sottogenere metal, penso non possa esistere un paragone rispetto ad altri gruppi maggiori, gli Eversin hanno uno stile personalizzato ed unico.

Solitamente, quando inizio ad ascoltare un gruppo e la relativa discografia, inizio sempre dalle origini perché amo osservare il cambiamento e la crescita. A volte, però, bisogna andare ad istinto, e mi sono promessa di ascoltare tutti gli altri album dal 2010 ad oggi.

L’album si apre con un intro a dir poco segnante: “My name is fear, messiah of war and pain, I am the enemy of truth, I am sin since the beginning of time I’m dying. I walk this Earth you will know my name.”

Proseguono delle tracce impeccabili dal punto di vista sonoro e testuale. Gli strumenti sono in armonia tra loro. Il suono è energico, potente, con dei riff assurdi, tipici del thrash metal ma mai scontati e la batteria è una potenza altrettanto assurda. Un’altra nota positiva, è senza dubbio la presenza di alcune collaborazioni che prevedono, secondo la mia personale opinione, un’apertura allo stile e alla composizione dei brani, che è molto importante per un artista. Specificatamente, ne troviamo due in questo album; la traccia 6 Soulgrinder, a mio parere, con qualche influenza nu metal e la traccia omonima all’album, numero otto, a mio parere, molto completa e ricca con altre influenze.

Se dovessi dare una valutazione a questo album, sarebbe sicuramento un otto pieno.

Infine è stato molto interessante scoprire man mano i testi che si celano dietro la voce del cantante, testi che gridano ribellione al mondo, alla guerra, alle atrocità. Il brano che mi ha trasmesso maggiori emozioni è stato Jornada del muerto, di cui non dimenticherò facilmente una parte del testo :

In the name of sin, in the name of pain, mankind dies.

In the name of war, in the name of death, mankind cries.




-Rødheks

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