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  • Immagine del redattoreNora

Afterhours.

Spotify.

Artista : Afterhours .

Riproduzione casuale.

- Non è per sempre: track tratta dall'album omonimo, non mi fa impazzire ma è la prima che parte. Non mi fa impazzire, prima di tutto per la popolarità che ha acquisito sin da subito, e si sa che a me le robe popolari non mi attirano più di tanto, ma c'è da specificare che, dopotutto, il testo è una bomba dritta al cuore.

Proseguiamo con:

- Ballata per la mia piccola iena, brano con cui li ho scoperti grazie ad una dedica, ed è stato amore subito per loro, "anche il sole sorge solo se conviene..."

La cosa più bella degli Afterhours è che, a parte il loro sound bello potente che ti entra e squarcia l'anima, i loro testi li interpreti come meglio credi e senti, è qualcosa di soggettivo. Ecco perchè definisco loro, come parte intrinseca alla mia persona e alla mia vita, è come se vivessero la mia vita e poi la trascrivessero in un pezzo di carta per elaborarne il suono ed infine riprodurlo.

La riproduzione casuale non si ferma e continua con: Quello che non c'è.

Album e brano molto inquieto e disturbante, nel senso più bello e positivo del termine, "Credo di camminare dritto sull'acqua e su quello che non c'è...", poesia impura che ancora una volta narra qualche strana vicenda della mia vita.

Ciò che voglio maggiormente puntualizzare, è che adoro tutti i loro album. Per esempio, Germi, il loro primo album in italiano, pubblicato nel 1995, contiene dei brani cult della scena indipendente rock italiana. Basta pensare a Nadir, all'omonimo brano, per poi arrivare a Plastilina, Dentro marilyn, Siete proprio dei pulcini, Ossigeno, Strategie, Posso avere il tuo deserto, Pop, tanto per citarne alcuni, per poter comprendere il grado di inquietudine che in quegli anni dominava i loro animi. La formazione era diversa da quella attuale ma devo ammettere che, a prescindere dalla formazione, gli Afterhours sono stati sempre degli artisti di un certo livello.

Ho avuto il piacere di vederli qualche volta live, nei teatri e non, ed ho avuto l'onore di incontrarli, sembrano anche delle persone abbastanza squisite e a modo.

Col passare del tempo, sono stati pubblicati tanti altri album, per me dei capolavori, dove ho notato, una certa maturità che è andata a consolidarsi col tempo. Gli Afterhours sono sempre in continua evoluzione ed è questa la loro caratteristica peculiare, non sono mai monotoni o noiosi.

Tra i vari album pubblicati, troviamo: "Hai paura del buio?", nel 1997, di cui poi nel 2014 è stata pubblicata un rielaborazione dell'album, visto il successo ottenuto, con dei duetti, di cui alcuni molto interessanti. "Non è per sempre", nel 1999, che ha raggiunto un successo discreto, per arrivare poi al 2002 con "Quello che non c'è", altro album molto inquieto che, mi piace a livelli spropositati. Nel 2005 "Ballate per piccole iene", nel 2008 "I milanesi ammazzano il sabato", nel 2012 " Padania". Infine, "Folfiri o Folfox", nel 2016. Quest'ultimo è un album dal significato pazzesco e intimo, ma che, a me, non ha suscitato molto se non qualche brano. Nonostante ciò, non smetterò mai di credere nella loro arte perchè sono imprevedibili, e presto li rivedrò live per la loro unica data del 2019. Quindi, non ci resta che aspettare e godere della magia che ci regaleranno, ancora una volta.



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